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“MA POI TORNI?” Quando il bambino è adottato o in affido

di Francesca Milani


 

Seduta finita. Ritiro tutte le mie cose e puntuale, come ogni volta arriva la solita domanda: “Ma poi torni?” “Sì, torno. Ci vediamo la prossima settimana”. E ancora: “Mi porti a casa con te?” Come avrei voluto a volte portarlo davvero a casa, sì perché lui mi guardava con quei suoi occhietti e il suo sorriso, un sorriso sempre troppo presente, che rendevano davvero difficile in alcuni momenti dire di no; aveva questa risorsa Ambrogio (qui lo chiamerò così), un bambino abbandonato dai genitori che seguivo in istituto, questa capacità di essere amabile e compiacente che ti faceva venire la voglia di stare con lui.

 

Se sei un genitore adottivo o affidatario, probabilmente ti sarai sentito chiedere un miliardo di volte “Ma poi torni?”; questo succede perché tuo figlio/a ha paura di essere abbandonato/lasciato solo di nuovo e il tuo compito è quello di rassicuralo infinite volte.

Qualche bambino/a cerca di essere distaccato/a in modo tale da non avere delusioni, alcuni sentono la fragilità dei confini corporei e la paura di essere invaso/violato e poi magari anche abbandonato; quindi ti può capitare di sentire il suo corpo che si irrigidisce quando provi ad accarezzarlo/a o abbracciarlo/a se non è stato lui/lei a cercarti. Questo tipo di atteggiamento può manifestarsi anche nella vita adulta portando a non avere relazioni durature per non correre il rischio di essere lasciati dal partner.

 

PRIMI ANNI DI VITA

 

 Nello sviluppo di ogni essere umano i primi anni di vita sono fondamentali non solo per apprendere “cose” importanti come il linguaggio e la deambulazione ma anche per preparare l’individuo alle sfide della vita, per gettare le basi dell’identità personale e della capacità di vivere/gestire le emozioni. Sono le esperienze positive che consentono al cervello di produrre connessioni neurali che ne determinano il suo sviluppo e la sua capacità di apprendere.

Sono i nostri genitori che, principalmente, ci fanno da modelli e, se siamo fortunati, si prendono cura di noi con amore, al meglio delle loro possibilità e ci aiutano e ci insegnano ad accogliere i momenti di gioia e a gestire quelli di sofferenza.

 

CARATTERISTICHE DEL BAMBINO ABBANDONATO

 

Ma cosa succede quando durante l’infanzia il bambino viene abbandonato dai genitori, viene gravemente trascurato o viene abusato fisicamente? Ovviamente queste esperienze influenzeranno la sua vita futura.

Se hai adottato un bambino forse ti sarai accorto che ha disturbi del sonno, o manifesta o reprime la rabbia, o si sente impotente e inadeguato e tende ad attribuirsi la colpa di quello che gli è successo. Ambrogio ad esempio costruiva oggetti che diceva essere brutti, ricoperti di fango e sporchi quindi, secondo lui, dovevano essere lasciati soli in un angolo e non partecipare al gioco con gli altri personaggi.

 

COME AIUTARE IL BAMBINO ADOTTATO ATTRAVERSO L’ARTE TERAPIA

 

È importante per tuo figlio/a ricostruire e riorganizzare quelle origini che rimangono nell’ombra per mancanza di ricordi o per la presenza di ricordi troppo dolorosi; l’arte terapia consente di accompagnarlo/a in questo processo di ricostruzione della propria storia personale: l’utilizzo di fotografie, di immagini, personaggi, fumetti, oppure la creazione di un libro, possono essere metodi e strumenti che possono facilitare questo difficile processo.

Quando si incontrano dei bambini adottati emergono, nei loro disegni, dei temi ricorrenti come quello del nido, della casa o del cibo: se siamo stati abbandonati/tolti dalla nostra famiglia d’origine è difficile accettare di avere un nuovo posto in cui si può stare, in cui c’è qualcuno che si prende cura di noi, è difficile accettare il cibo “buono”, il nutrimento che rimanda al primissimo contatto avuto o non avuto con la madre biologica.

 

CONSEGUENZE DELL’ABBANDONO

 

Se tuo figlio/a è stato abbandonato, picchiato o violentato avrà subito un trauma che influirà sul suo sviluppo: gli studi dimostrano che i bambini cresciuti in queste condizioni hanno un’alta probabilità di sviluppare disturbi emotivi e comportamentali trasformandosi, spesso, in adulti che a loro volta diverranno inadeguati o violenti con i propri figli. La tua famiglia deve farsi carico di questo trauma che influenza non solo la vita del bambino o dell’adolescente ma anche della famiglia adottiva o affidataria.

 

RICERCARE UN NUOVO EQUILIBRIO FAMILIARE

 

 

Potresti sentirti affaticato/a, anche perché se prima dell’adozione o dell’affido siete stati seguiti da un’equipe di esperti, in seguito ci si può ritrovare da soli senza ricevere un adeguato supporto. La fatica è normale perché tutta la tua dinamica familiare viene stravolta e adesso, con una persona in più, dovete trovare un nuovo equilibrio. Hai mai pensato che un’alternativa alla terapia per il bambino/adolescente potrebbe essere quella di iniziare un percorso familiare? Il fine è quello di supportare tutti nel riconoscere, per esempio, i nuovi ruoli assunti o ad imparare ad accettare le emozioni ambivalenti che potete provare. 

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